Cassazione penale Sez. V sentenza n. 53187 del 22 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:53187PEN

Massima

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Il delitto di falsità materiale in atto pubblico o in certificato amministrativo, di cui agli articoli 476 e 482 c.p., si consuma con la semplice formazione del documento falso, a prescindere dal suo successivo utilizzo. Pertanto, per l'integrazione di tale reato, è necessaria e sufficiente la prova certa della condotta di formazione del documento falso, non essendo rilevante il mero interesse del soggetto alla presentazione dello stesso. Inoltre, il giudice di appello che riformi integralmente la decisione assolutoria di primo grado ha l'obbligo di delineare puntualmente le ragioni del proprio diverso convincimento, confutando specificamente gli argomenti posti a base della sentenza impugnata, senza potersi limitare ad una mera valutazione alternativa del compendio probatorio. In assenza di tali presupposti, la sentenza di condanna è affetta da vizio di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. CATENA Rossell - rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di Appello di Genova emessa in data
13/07/2016;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa Rossella Catena;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Pinelli Mario, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito per il ricorrente l'Avv.to (OMISSIS), in sostituzione del difensore di fiducia Avv.to (OMISSIS), che ha conclu…

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