Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 616 del 10 gennaio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:616PEN

Massima

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Il dipendente di un ufficio postale che svolge attività di tipo bancario/finanziario, come l'erogazione di somme di denaro ai titolari di conti correnti, non riveste la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, in quanto tali attività sono chiaramente distinte dai servizi postali tipici, essendo disciplinate da differenti e specifiche normative di settore e separate dal punto di vista organizzativo e contabile. Pertanto, la condotta di minaccia rivolta a tale dipendente non può essere ricondotta al reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale di cui all'art. 336 c.p., ma deve essere diversamente qualificata, in applicazione del criterio oggettivo-funzionale seguito dal legislatore del 1990 nel ridefinire a fini penali la nozione di (incaricato di) pubblico servizio, che tiene conto della natura delle funzioni concretamente svolte dal soggetto. La qualifica di incaricato di pubblico servizio è stata riconosciuta unicamente in relazione all'attività di raccolta del risparmio postale, specificamente prevista dal D.P.R. n. 144/2001, in quanto tale attività riveste una peculiare connotazione pubblicistica, essendo direttamente ed univocamente finalizzata al perseguimento di primari interessi rientranti tra gli scopi dell'ente Poste italiane S.p.A. Per le altre attività bancarie svolte dagli uffici postali, assimilabili a quelle di una comune agenzia bancaria privata, il personale addetto non riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - rel. Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 06/09/2019 del Tribunale di Bolzano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, il Tribunale di Bolzano, sezione per il riesame, ha confermato la misura cautela…

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