Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31221 del 9 agosto 2021

ECLI:IT:CASS:2021:31221PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, in violazione dei doveri del proprio ufficio, accetta utilità da un privato per compiere atti contrari ai propri doveri, integra il reato di corruzione propria. Tale condotta è punibile anche quando il pubblico ufficiale non abbia effettivamente compiuto l'atto richiesto dal privato, essendo sufficiente l'accettazione dell'utilità in vista del compimento di un atto contrario ai doveri d'ufficio. La concreta realizzazione dell'atto richiesto dal privato non è necessaria ai fini della configurabilità del reato, essendo invece rilevante la mera accettazione dell'utilità in vista del compimento di un atto contrario ai doveri d'ufficio. Inoltre, la modestia del valore dell'utilità accettata non esclude la configurabilità del reato di corruzione propria, né giustifica il riconoscimento dell'attenuante di cui all'art. 323-bis c.p., in quanto ciò che rileva è la violazione del dovere di fedeltà e imparzialità del pubblico ufficiale, a prescindere dall'entità del vantaggio patrimoniale conseguito. Infine, la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, ove adeguatamente motivata sulla base delle concrete modalità della condotta, non è censurabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabi - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
2) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/10/2019 della Corte di appello di Messina;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Maria Sabina Vigna;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale Dr. Epidendio Tomaso, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Messina…

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