Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16343 del 15 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:16343PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere può essere configurato anche in assenza di una formale struttura organizzativa, qualora emerga una sistematica e preordinata attività finalizzata alla realizzazione di una pluralità di reati-fine, come nel caso di una società commerciale che, attraverso artifici e raggiri, induca i clienti a stipulare contratti di fornitura senza poi adempiere agli obblighi assunti, spostando la propria attività in altri mercati locali non appena emerga l'inaffidabilità dell'impresa. In tale contesto, assume rilievo determinante il contributo fornito da un soggetto con specifiche competenze tecniche, il quale, pur non avendo rapporti diretti con i clienti, si adoperi per installare i macchinari inadeguati e per tacere ai clienti stessi la loro effettiva inidoneità, dimostrando così il proprio inserimento nell'organizzazione criminale. Inoltre, il versamento sul proprio conto corrente di somme incassate dai clienti, in assenza di plausibili giustificazioni, costituisce un elemento indiziario della consapevole partecipazione del soggetto all'associazione per delinquere, a prescindere dal numero di reati-fine effettivamente accertati. Pertanto, la configurabilità del reato associativo non dipende dalla prova di una rigida struttura organizzativa, essendo sufficiente l'accertamento di una sistematica e preordinata attività criminosa, anche se realizzata attraverso una società formalmente operante nel mercato legale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. l'(OMISSIS);

(OMISSIS) n. il (OMISSIS);

(OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso la SENTENZA della CORTE di APPELLO di BOLOGNA del 24.1.2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

Udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. Vittorio Eduardo Scardaccione, che ha concluso per il rigetto del ricorso del (OMISSIS), e per l'inammissibilita…

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