Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30325 del 18 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:30325PEN

Massima

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Il giudice è tenuto a dichiarare la falsità di atti o documenti accertata anche nel giudizio di applicazione della pena su richiesta delle parti, in quanto tale pronuncia prescinde dall'affermazione della responsabilità penale dell'imputato ed è fondata esclusivamente sull'accertamento della non rispondenza al vero dell'atto o del documento, pur nei limiti di una cognizione "allo stato degli atti". L'omissione di tale dichiarazione di falsità non è sanabile mediante il procedimento di rettificazione, in quanto l'articolo 537 c.p.p., comma 3, riconosce alle parti il diritto all'impugnazione, anche autonomo, della pronuncia sulla falsità dell'atto. Pertanto, la sentenza che abbia omesso di pronunciarsi sulla falsità dell'atto deve essere annullata limitatamente a tale profilo, con rinvio al giudice di merito per la decisione sul punto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di ANCONA;

nei confronti di:

1) CA. RO. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 06/07/2007 TRIBUNALE di ASCOLI PICENO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. DIDONE ANTONIO;

lette le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)).

MOTIVI DELLA DECISIONE

Il Procuratore Generale presso la Corte di appello di Ancona ricorre per Cass…

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