Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25259 del 5 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:25259PEN

Massima

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Il provvedimento di confisca di prevenzione, divenuto definitivo, può essere revocato ex tunc solo in presenza di prove nuove sopravvenute, idonee a dimostrare in modo decisivo l'insussistenza originaria dei presupposti di applicazione della misura, ovvero di inconciliabilità con provvedimenti giudiziari successivi, ovvero di falsità degli atti su cui si è fondato il giudizio di prevenzione. La revoca non è consentita per una mera rivalutazione del compendio indiziario già esaminato in sede di applicazione della misura, essendo l'istituto della revoca un rimedio straordinario non riducibile a una impugnazione tardiva. Pertanto, la sopravvenuta sentenza assolutoria nel procedimento penale, che abbia escluso la responsabilità penale del proposto sulla base di nuove e diverse dichiarazioni dei collaboratori di giustizia rispetto a quelle valutate in sede di prevenzione, costituisce prova nuova idonea a dimostrare l'insussistenza originaria dei presupposti della confisca, in quanto determina una decisiva incrinatura del quadro indiziario complessivo posto a fondamento del giudizio di prevenzione, specie quando questo abbia accertato la pericolosità sociale "qualificata" del proposto in ragione della sua partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso. In tali ipotesi, il giudice della prevenzione è tenuto a riesaminare il compendio probatorio nel suo complesso, senza limitarsi a evidenziare indizi a carico del proposto che nulla abbiano a che fare con il contesto associativo per il quale era stata emessa la misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/12/2017 della Corte di appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa CALVANESE Ersilia;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa PICARDI Antonietta, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
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