Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 5020 del 1 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:5020PEN

Massima

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Il possesso di un telefono cellulare altrui oggetto di smarrimento, in assenza di chiare evidenze della volontà di appropriazione indebita, può integrare il reato di appropriazione di cosa smarrita e non quello di furto. Tuttavia, qualora il possessore abbia la possibilità di rilevare il codice IMEI del dispositivo, che identifica il legittimo proprietario, la condotta può configurare il reato di furto, in quanto il bene conserva segni del legittimo possessore. La sussistenza dell'elemento soggettivo del dolo di appropriazione, in assenza di tali indizi, deve essere valutata alla luce delle specifiche circostanze del caso concreto, tenendo conto della condotta complessiva dell'agente e delle modalità del fatto. Ove non risulti provato il dolo di appropriazione, la condotta può integrare il reato di appropriazione di cosa smarrita, depenalizzato dal D.Lgs. n. 7/2016. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la sussumibilità della condotta nella fattispecie di furto piuttosto che in quella di appropriazione di cosa smarrita, confrontandosi con l'orientamento giurisprudenziale contrastante sul punto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. FERRANTI Donatella - Consigliere

Dott. CAPPELLO Gabriella - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. PAVICH Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/01/2018 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. VINCENZO PEZZELLA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Gen. Dr. SPINACI SANTE che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per intervenuta prescrizione.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Appello di Firenze, pronunciando ne…

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