Cassazione penale Sez. II sentenza n. 35215 del 21 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35215PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene può essere legittimamente disposto quando, sulla base di elementi concreti e specifici, emerga un ragionevole sospetto che il bene costituisca il frutto o il reimpiego di attività illecite, senza che l'interessato riesca a fornire una giustificazione plausibile circa la legittima provenienza del bene. In tali casi, la motivazione del provvedimento di sequestro non deve essere necessariamente esaustiva, essendo sufficiente che consenta di ricostruire il percorso logico-argomentativo seguito dal giudice per pervenire alle conclusioni assunte, senza che sia richiesta una confutazione puntuale di tutte le deduzioni difensive. Il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di sequestro è ammesso solo per violazione di legge, intesa come errore in iudicando o in procedendo, ovvero per vizi della motivazione così radicali da renderla del tutto mancante o priva dei requisiti minimi di coerenza, completezza e ragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenic - Presidente

Dott. GALLO D. - rel. Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovann - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza 3/10/2012 del Tribunale per il riesame di Foggia;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. Domenico Gallo;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. Gaeta Pietro, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza in data 3/10/2012, il Tribunale per il riesame di Foggi…

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