Il nulla osta al lavoro subordinato domestico rilasciato in favore dello straniero non può essere revocato per la mera falsità della delega al ritiro del nulla osta e alla stipula del contratto di soggiorno, in assenza di ulteriori elementi che dimostrino la frode o la falsificazione dei documenti presentati per ottenere il nulla osta stesso, ai sensi dell'art. 22, comma 5-ter, del D.lgs. 286/1998 (Testo Unico sull'Immigrazione). La revoca del nulla osta per tali motivi violerebbe il principio di ragionevolezza, in quanto pregiudicherebbe ingiustamente la posizione dello straniero per una falsità commessa da altri soggetti di cui egli potrebbe non essere a conoscenza. Inoltre, il provvedimento di revoca del nulla osta deve essere preceduto dalla comunicazione di avvio del procedimento, ai sensi degli artt. 7 e 8 della L. 241/1990, al fine di consentire all'interessato di partecipare all'istruttoria. Infine, per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, lo straniero deve produrre l'autocertificazione dei redditi e la certificazione dell'autorità consolare competente che attesti la veridicità di quanto dichiarato, ai sensi dell'art. 79 del D.P.R. 115/2002 (Testo Unico sulle Spese di Giustizia), come interpretato dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 219 del 1995.