Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11911 del 21 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:11911PEN

Massima

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Il concorso tra l'associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. e l'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti ex art. 74 d.P.R. n. 309/1990 è configurabile quando il sodalizio mafioso utilizzi il metodo intimidatorio per esercitare una sfera di predominio su un ambito territoriale, implicante plurime attività illecite, tra cui il narcotraffico, che costituisce uno strumento di profitto per il clan, pur avvalendosi di una propria autonoma struttura organizzativa. In tale ipotesi, la comune fonte probatoria e l'individuazione di medesimi episodi storici a fondamento delle due contestazioni non esclude la configurabilità del reato associativo di cui all'art. 416-bis c.p., atteso che la esatta portata delle specifiche vicende inerenti alle operazioni di recupero crediti, oggetto di separato procedimento, non è idonea a incrinare la solidità degli elementi indiziari che descrivono i rapporti tra il clan e la struttura dedita allo spaccio di stupefacenti, essendo emblematico il collegamento tra le attività connesse al rifornimento delle piazze di spaccio, i cui guadagni alimentano la cassa comune del sodalizio mafioso, piuttosto che le secondarie attività di riscossione dei pagamenti degli acquirenti, meramente esecutive del programma criminoso dell'associazione dedita al narcotraffico. Inoltre, la sussistenza del pericolo di reiterazione di reati dello stesso genere di quello per cui si procede, rientranti nella tipologia dei reati per i quali opera la doppia presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari e di adeguatezza della sola misura della custodia cautelare in carcere, è giustificata dai tratti tipici della criminalità di stampo ndranghetistico, caratterizzata da forte radicamento territoriale, fitta rete di collegamenti personali e alta capacità di intimidazione, che rendono adeguata a realizzare la finalità di prevenzione solo la misura custodiale carceraria, in assenza di ulteriori elementi significativi volti a fornire la dimostrazione, in modo obiettivo e concreto, di una situazione indicativa della rescissione dei rapporti di solidarietà criminale con il clan di riferimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VILLONI Orlando - Presidente

Dott. GIORDANO E.Anna - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere

Dott. DI GIOVINE Ombretta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/09/2022 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Emilia Anna Giordano;
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Nicola Lettieri che ha concluso chiedendo dichiarare inammissibile il ricorso;
udite le conclusioni del difensore del ricorrente, avvocato (OMISSIS), che ha insistito per l'acc…

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