Cassazione penale Sez. II sentenza n. 4433 del 30 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:4433PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini dell'applicazione della relativa circostanza aggravante, può sussistere anche in assenza dell'appartenenza del soggetto agente a un'organizzazione criminale di tipo mafioso, essendo sufficiente che la condotta sia caratterizzata da modalità intimidatorie e sia finalizzata ad agevolare l'attività dell'associazione mafiosa di riferimento. Pertanto, la circostanza aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991 può essere riconosciuta quando la richiesta estorsiva, pur non essendo accompagnata da espliciti riferimenti a contesti mafiosi, si inserisce in un più ampio quadro di attività illecite condotte dall'organizzazione criminale ai danni della persona offesa, di cui l'agente non può non essere a conoscenza, e risulta oggettivamente idonea a favorire gli interessi dell'associazione mafiosa. In tali casi, la valutazione circa la sussistenza dell'elemento psicologico della circostanza aggravante deve tener conto della qualità rivestita dall'agente e del contesto nel quale la condotta si è realizzata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. ALMA Marco Mari - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la ordinanza n. 590/14 in data 1/8/2014 del Tribunale di Lecce in funzione di giudice del riesame;

visti gli atti, l'ordinanza e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ALMA Marco Maria;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SPINACI Sante, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 1/8/2014, a seguito …

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