Il provvedimento di demolizione di opere edilizie abusive è un atto vincolato, la cui adozione non richiede una specifica motivazione circa la sussistenza dell'interesse pubblico alla rimozione dell'abuso, essendo tale valutazione già compiuta dal legislatore. Pertanto, verificata la realizzazione di opere prive del necessario titolo abilitativo, l'amministrazione ha il dovere di ordinarne la demolizione, senza che sia necessaria la preventiva comunicazione di avvio del procedimento. Inoltre, il decorso del tempo e l'inerzia dell'amministrazione non possono determinare la perdita del potere di repressione dell'abusivismo edilizio, non essendo configurabile alcuna forma di sanatoria automatica o praeter legem. L'amministrazione non è tenuta a verificare d'ufficio la possibile sanabilità delle opere abusive, spettando invece al privato l'onere di attivarsi in tal senso mediante l'istanza di permesso di costruire in sanatoria, la cui presentazione non incide sulla legittimità di una precedente ordinanza di demolizione. Infine, in assenza del positivo esito di un procedimento volto ad ottenere il permesso di costruire in sanatoria, l'unica sanzione applicabile è quella prevista dall'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001, non essendo consentita l'adozione di misure alternative e meno incisive.