Cassazione penale Sez. II sentenza n. 1188 del 10 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:1188PEN

Massima

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Il giudice di merito, nell'applicare una misura di prevenzione personale, è tenuto a motivare in modo adeguato e specifico circa l'attualità della pericolosità sociale del proposto, anche quando si tratti di soggetti appartenenti ad associazioni criminali di tipo mafioso o semplici, considerando attentamente il fattore temporale intercorso dalle ultime manifestazioni sintomatiche della pericolosità, specie se il proposto si è trovato per un congruo periodo in stato di detenzione. In particolare, il giudice deve fornire una giustificazione puntuale sulla persistenza della pericolosità al momento della decisione, non potendosi limitare a un mero ridimensionamento "quantitativo" della misura, in assenza di una reale argomentazione sull'attualità della pericolosità, pena la violazione del principio di motivazione del provvedimento, quale corollario del diritto di difesa e garanzia di legalità dell'azione amministrativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - rel. Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 92/2012 CORTE ASSISE APPELLO di BARI, del 07/06/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

lette/sentite le conclusioni del PG.

IN FATTO E IN DIRITTO

Letto il ricorso per cassazione proposto da (OMISSIS) avverso il decreto della Corte di Appello di Bari in funzione di giudice della prevenzione del 7.6.2012, che in riforma del decreto del locale Tribunale in data 10.12.2008, che av…

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