Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6914 del 14 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:6914PEN

Massima

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Il peculato è integrato sia dall'appropriazione di beni della pubblica amministrazione che di beni del privato detenuti per ragioni dell'ufficio o servizio pubblico. Pertanto, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che si appropri di denaro versato dai privati per il pagamento di debiti tributari, anche se al di fuori dello stretto ambito delle proprie mansioni, commette il reato di peculato, in quanto il denaro è comunque nella sua disponibilità per ragioni del suo ufficio. Il danno patrimoniale subito dall'ente pubblico è pari all'intero importo delle somme indebitamente trattenute, a prescindere dal fatto che le stesse siano state nuovamente richieste ai privati, in quanto l'ente non potrà chiedere la restituzione delle somme corrisposte a titolo di risarcimento. Tuttavia, qualora il reato risulti commesso in più episodi, la prescrizione opera per i singoli fatti, con conseguente necessità di rideterminare la pena per i soli reati non prescritti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluig - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/02/2016 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/12/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. PIERLUIGI DI STEFANO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. CANEVELLI PAOLO che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente agli episodi commessi entro il (OMI…

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