Il giudice amministrativo è privo di giurisdizione sulle controversie relative all'assegnazione in locazione di immobili appartenenti al patrimonio disponibile del Comune, in quanto tali vicende rientrano nello schema civilistico della locazione e le relative controversie spettano alla giurisdizione del giudice ordinario. Ciò in quanto il godimento di beni del patrimonio disponibile dello Stato o dei Comuni, concesso a terzi dietro corrispettivo, indipendentemente dalla terminologia adottata, si inquadra nell'oggettivo schema civilistico della locazione, con la conseguenza che le controversie da esso insorgenti sono devolute alla giurisdizione del giudice ordinario. La circostanza che il Comune abbia dettato criteri per la locazione di tali immobili, analogamente a quanto stabilito per gli alloggi di edilizia economica e popolare, non è idonea a far rientrare la vicenda nella sfera pubblicistica, in quanto il ricorso ad una procedura concorsuale, o paraconcorsuale, in difetto di un obbligo di legge, non è sufficiente a sottrarre la fattispecie all'applicazione del diritto privato. Né assume rilievo, ai fini dell'attribuzione della controversia al giudice amministrativo, il richiamo alla fase pubblicistica che precede l'assegnazione degli alloggi, in quanto l'utilizzo dei beni costituenti il patrimonio immobiliare disponibile non è vincolato da norme di diritto pubblico, disponendone l'ente proprietario iure privatorum. La pubblica amministrazione, in mancanza di una legge derogatoria, non può, inoltre, attrarre, in forza della sua unilaterale determinazione, alla sfera autoritativa e pubblicistica ciò che rientra nella sfera privatistica, in considerazione del rilievo che per il principio di legalità, sotteso al disposto degli artt. 97 e 113 Cost., il potere autoritativo deve trovare il proprio fondamento nella legge.