Cassazione penale Sez. I sentenza n. 38162 del 7 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:38162PEN

Massima

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Il giornalista che pubblica una notizia lesiva della reputazione altrui senza aver previamente verificato con la dovuta diligenza l'attendibilità della fonte e la veridicità dei fatti, commette il reato di diffamazione, a prescindere dalla sua situazione soggettiva di disinvolta leggerezza, essendo necessario il requisito oggettivo della verità della notizia pubblicata per escludere la responsabilità penale. Pertanto, il giudice, nel valutare la sussistenza del reato di diffamazione, deve accertare non solo l'offensività oggettiva del contenuto dell'articolo giornalistico, ma anche l'assenza del requisito di verità della notizia, a prescindere dalla colpa o dal dolo del giornalista, essendo sufficiente la mancata verifica della veridicità dei fatti riportati. Inoltre, l'accertamento della responsabilità penale del giornalista è rilevante anche ai fini del diritto della parte offesa al risarcimento del danno, indipendentemente dall'estinzione del reato per prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GIRONI Emilio Giovan - Consigliere

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MA. BI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 29/01/2008 CORTE APPELLO di CATANIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. CANZIO GIOVANNI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Iacoviello F. M., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensori Avv. Patane' S..

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