Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cui all'art. 12 del D.Lgs. n. 286/1998 e il reato di tratta di persone di cui all'art. 601 c.p. si trovano in un rapporto di specialità bilaterale per aggiunta, in quanto ciascuna fattispecie presenta un elemento aggiuntivo eterogeneo rispetto all'altra: il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina richiede la violazione delle disposizioni del testo unico sull'immigrazione e l'ingresso illegale dello straniero, mentre il reato di tratta è specificamente caratterizzato dalla condizione di schiavitù dello straniero o dall'introduzione dello stesso mediante violenza, minaccia, inganno o abuso di autorità. Ne consegue che la condotta di aver favorito l'immigrazione illegale di persona in condizioni di vulnerabilità e mediante minaccia, al fine di indurla alla prostituzione, integra un concorso formale di reati, restando entrambe le fattispecie autonomamente configurabili. Il controllo di legittimità della Corte di Cassazione sui provvedimenti cautelari è circoscritto alla verifica della congruità delle argomentazioni rispetto al fine giustificativo del provvedimento e all'assenza di evidenti illogicità, senza possibilità di riesame degli elementi fattuali e delle valutazioni di merito operate dal giudice di merito. Pertanto, l'ordinanza impugnata, che ha adeguatamente motivato in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, non è censurabile in sede di legittimità.