Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46129 del 15 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:46129PEN

Massima

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Il reato di riduzione in schiavitù o in servitù di cui all'art. 600 c.p. si configura anche nel caso in cui l'agente si avvalga dello stato di necessità della vittima, approfittando della sua situazione di debolezza e mancanza materiale o morale, per costringerla a prestazioni lavorative o sessuali in condizioni di sfruttamento, a prescindere dalla durata del periodo di assoggettamento e dalla possibilità della vittima di allontanarsi temporaneamente. Ciò in quanto la ratio della norma è quella di tutelare la libertà e l'autodeterminazione della persona, a prescindere dalla possibilità di sottrarsi alla condizione di soggezione, laddove questa sia determinata dallo stato di bisogno e dall'assenza di alternative esistenziali. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà di ridurre la vittima in uno stato di assoggettamento, considerandola come mera res da sfruttare economicamente, indipendentemente dalla durata della condizione di sfruttamento e dalla possibilità di denuncia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

P.M. presso TRIBUNALE DI SALERNO;

nel procedimento a carico di:

BE. GA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 30/04/2008 TRIB. LIBERTA' di SALERNO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA MARIO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. SALZANO Francesco, di annullamento c.r.;

sentita la richiesta di rigetto dell'Avv. SPINA M..

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1- Il Trib…

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