La Corte Costituzionale ha affermato che: 1. Le disposizioni regionali che prevedono criteri di priorità per il trasferimento dei medici convenzionati in zone carenti rientrano nella competenza regionale in materia di organizzazione sanitaria e non violano la competenza esclusiva statale in materia di ordinamento civile, in quanto incidono solo in via riflessa sul rapporto di lavoro convenzionato. 2. Le norme regionali che consentono il conferimento di incarichi a termine a laureati in medicina, specializzandi e personali medico in quiescenza per garantire la continuità dei servizi di emergenza-urgenza, pur derogando ai limiti previsti dalla legislazione statale, sono giustificate dall'esigenza di approntare un rimedio organizzativo straordinario per fronteggiare la carenza di personale medico e rientrano nella competenza regionale concorrente in materia di tutela della salute. 3. La norma regionale che consente di destinare i risparmi derivanti dalla mancata attuazione del piano triennale dei fabbisogni all'incremento del trattamento accessorio del personale non viola il principio di invarianza della spesa per il personale, in quanto la Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia provvede in autonomia al finanziamento del proprio servizio sanitario. 4. La disposizione regionale che deroga all'esclusività del rapporto di pubblico impiego per consentire agli infermieri di svolgere attività presso strutture sociosanitarie per anziani, pur discostandosi temporaneamente dalla disciplina statale, è giustificata dall'esigenza di garantire la continuità assistenziale in un settore nevralgico e non invade la competenza statale in materia di ordinamento civile.