Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9732 del 28 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9732PEN

Massima

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Il provvedimento di custodia cautelare in carcere può essere impugnato con ricorso, ma l'interesse del ricorrente a coltivare l'impugnazione viene meno qualora la misura cautelare sia stata revocata o sia divenuta inefficace nelle more del giudizio. In tal caso, perché possa ritenersi sussistente l'interesse del ricorrente a proseguire l'impugnazione ai fini del riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione, è necessario che l'interessato formuli specifica e motivata deduzione idonea a evidenziare in termini concreti il pregiudizio che deriverebbe dal mancato conseguimento di tale riparazione. In assenza di tale deduzione, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, senza che ciò comporti la condanna al pagamento delle spese processuali o di una somma in favore della cassa delle ammende, essendo la causa di inammissibilità sopravvenuta e non imputabile al ricorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 05/01/2012 del Tribunale di Reggio Calabria;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Ercole Aprile;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale FODARONI Maria Giuseppina, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con l'ordinanza sopra …

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