Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il provvedimento disciplinare adottato nei confronti di un pubblico dipendente deve essere il risultato di un procedimento istruttorio completo e imparziale, che tenga conto di tutte le circostanze rilevanti, anche di quelle favorevoli all'incolpato. L'amministrazione è tenuta a svolgere un'adeguata attività istruttoria, acquisendo tutti gli elementi necessari per una corretta valutazione dei fatti contestati e della proporzionalità della sanzione, senza limitarsi a considerazioni superficiali o a meri rinvii formali. In particolare, l'amministrazione deve verificare la veridicità delle circostanze addotte dal dipendente a sua discolpa, come la presenza di altri soggetti al momento del fatto, e non può esimersi dall'acquisire eventuali testimonianze o altri mezzi di prova rilevanti. Solo all'esito di un siffatto iter procedimentale, l'amministrazione potrà esercitare il proprio potere discrezionale nella scelta della sanzione disciplinare, la quale dovrà risultare proporzionata alla gravità dell'infrazione accertata. Il mancato rispetto di tali presupposti procedimentali e motivazionali determina l'illegittimità del provvedimento disciplinare adottato.