Consiglio di Stato sentenza n. 3293 del 2017

ECLI:IT:CDS:2017:3293SENT

Massima

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Il provvedimento di annullamento adottato dalla Soprintendenza per i beni ambientali e paesaggistici, in quanto competente autorità statale, è legittimo e non si sostituisce indebitamente al giudizio di merito dell'amministrazione comunale, in quanto si limita a rilevare il difetto di motivazione dell'atto comunale che aveva autorizzato la realizzazione di manufatti ritenuti "gravemente deturpanti dell'ambiente paesaggistico tutelato". La valutazione della Soprintendenza, infatti, non si fonda su un proprio giudizio di merito, ma sull'accertamento della mancata considerazione, da parte del Comune, del grado di coerenza estetica tra i manufatti e i valori paesaggistici della zona, indipendentemente dalla loro visibilità. Pertanto, l'annullamento dell'autorizzazione comunale da parte della Soprintendenza, rientrando nelle sue attribuzioni, legittima i successivi atti del Comune, senza che sia necessaria la comunicazione di avvio del procedimento al privato, trattandosi di provvedimenti conseguenti a un procedimento ad istanza di parte. La condanna alle spese del giudizio a carico del privato è altresì legittima, in quanto la sua difesa non è stata in grado di dimostrare l'adeguatezza estetica dei manufatti rispetto al contesto paesaggistico.

Sentenza completa

Pubblicato il 05/07/2017

N. 03293/2017REG.PROV.COLL.

N. 01941/2011 REG.RIC.

N. 01943/2011 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1941 del 2011, proposto dalla signora Chiara Sibona, rappresentata e difesa dagli avvocati Angelo Scavone (C.F. SCVNGL56S20H501N) e Camilla Bovelacci (C.F. BVLCLL67A66D458S), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Camilla Bovelacci in Roma, Via Quintino Sella, n. 41;

contro

Il Ministero per i beni e le attività culturali, in persona del Ministro
pro tempore,
rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura generale dello Stato, presso i cui uffici è domiciliato in Roma, Via dei Portoghesi, n. 12;
il Comune di Bologna, in persona del Sindaco
pro tempore

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