Il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte di cui all'art. 11 del D.Lgs. n. 74/2000 si configura quando il contribuente, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte, sanzioni o interessi, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o altrui beni, idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. La condotta può concretizzarsi anche nell'affitto di azienda, qualora tale atto risulti solo apparente e non corrisponda a una reale cessione della gestione, essendo ancora il contribuente a detenere il controllo dell'attività e a percepirne i relativi utili. In tal caso, l'azienda oggetto dell'affitto può essere sottoposta a sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta, in quanto costituente il profitto del reato, inteso come riduzione simulata o fraudolenta del patrimonio del soggetto obbligato e, quindi, come valore dei beni idonei a fungere da garanzia nei confronti dell'Amministrazione finanziaria, a prescindere dal mancato passaggio di proprietà. L'accertamento della natura fraudolenta dell'atto dispositivo del patrimonio del contribuente, idoneo a rendere inefficace la procedura di riscossione, non richiede che dall'atto consegua una effettiva erosione dell'area di garanzia dei crediti erariali, essendo sufficiente la semplice probabilità, valutata ex ante, che l'attività recuperatoria dell'Amministrazione possa essere impedita.