Il delitto di cui agli articoli 489, in relazione agli articoli 477 e 478 c.p., sussiste nel caso di falsificazione non grossolana della patente di guida rilasciata da uno Stato estero, a prescindere dalla sussistenza delle condizioni di validità di tale documento ai fini della conduzione di un veicolo in Italia, fissate dagli articoli 135 e 136 del Codice della Strada. Ciò in quanto il documento contraffatto, pur non essendo valido per la guida in Italia, è comunque idoneo a ingannare la fede pubblica in ragione della sua apparente corrispondenza a un documento genuino e del suo contenuto funzionale all'abilitazione alla guida, non risultando privo di ogni effetto giuridico. Tale principio di diritto si pone in contrasto con l'orientamento giurisprudenziale minoritario secondo cui la falsificazione non grossolana della patente estera può integrare il reato di cui agli articoli 477 e 482 c.p. solo ove sussistano le condizioni di validità del documento ai fini della conduzione di un veicolo anche nel nostro Paese.