Cassazione civile Sez. Trib. sentenza n. 12543 del 15 ottobre 2001

ECLI:IT:CASS:2001:12543CIV

Massima

Massima ufficiale
L' art. 1, comma primo, della legge 7 novembre 2000 n. 326 (recante modifiche al testo unico approvato con d.P.R. 31 marzo 1988 n. 148 in materia di sanzioni per violazioni valutarie), ha abrogato l' art. 23, comma secondo, del d.P.R. 31 marzo 1988 n. 148, che sanciva il principio della cosiddetta "ultrattività" delle norme vigenti alla data della commissione dell'illecito valutario, mentre il secondo comma dell'art. 1 della citata legge n. 326/2000 ha inserito - dopo l' art. 23 del d.P.R. n. 148 del 1988 - l'art. 23 -bis, che stabilisce espressamente, anche in materia di sanzioni amministrative per violazioni valutarie, i principi di "legalità", "irretroattività" e del cosiddetto "favor rei", applicabile quest'ultimo, sia alla ipotesi della cosiddetta "abolitio criminis" che a quella della successione di legge più favorevole. Il principio del "favor rei", ancorché ciò non sia espressamente previsto da una disposizione di diritto intertemporale, trova applicazione in tutti i procedimenti giurisdizionali pendenti alla data di entrata in vigore della legge ed aventi ad oggetto l'opposizione a provvedimento di irrogazione delle sanzioni in materia valutaria (nel caso di specie, in virtù dei principi surrichiamati, è stata ritenuta inapplicabile la pena pecuniaria per illecita costituzione di disponibilità finanziarie all'estero, avvenuta nel periodo anteriore alla abrogazione del divieto per effetto dell'entrata in vigore del D.M. 27 aprile 1990, emanato ai sensi dell'art. 6, comma quinto, del T.U. n. 148 del 1988).

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