Il vincolo urbanistico di destinazione di un'area a "attrezzature collettive e di uso collettivo" previsto dallo strumento urbanistico generale, in attuazione dell'art. 3 del D.M. 1444/1968, ha natura conformativa e non espropriativa, non essendo finalizzato all'acquisizione coattiva dell'area da parte della pubblica amministrazione, ma alla regolamentazione dell'uso del territorio secondo le esigenze della collettività. Tale vincolo, pertanto, non è soggetto a decadenza quinquennale ai sensi della legge n. 1187/1968, ma costituisce una disciplina urbanistica di carattere generale e astratto, applicabile a tutti i beni rientranti nella medesima zona omogenea, senza incidere in modo particolare e differenziato sulla proprietà privata. La distinzione tra vincoli espropriativi e vincoli conformativi non dipende dalla collocazione dello strumento urbanistico, ma dalla natura e struttura oggettiva del vincolo stesso, in particolare dalla sua incidenza su una generalità di beni e soggetti in funzione della destinazione dell'intera zona, anziché su beni determinati in vista della realizzazione di un'opera pubblica. Pertanto, il vincolo urbanistico di destinazione a "attrezzature collettive e di uso collettivo" non comporta l'espropriabilità o l'inedificabilità assoluta dei terreni interessati, ma solo la sottoposizione degli stessi a specifici parametri edilizi e urbanistici finalizzati alla realizzazione di strutture di interesse pubblico o collettivo.