Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21297 del 26 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:21297PEN

Massima

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La retrodatazione dei termini di custodia cautelare opera automaticamente quando le misure cautelari sono state emesse in procedimenti diversi, ma pendenti davanti alla medesima autorità giudiziaria, qualora i fatti siano legati da connessione qualificata ai sensi dell'art. 12, lett. b) o c) c.p.p. Anche in assenza di connessione qualificata, la retrodatazione è comunque possibile se gli elementi giustificativi della seconda misura cautelare erano già desumibili dagli atti al momento dell'emissione della prima, purché la separazione dei procedimenti sia frutto di una scelta del pubblico ministero e non sia giustificata dalla necessità di un tempo ulteriore per l'elaborazione degli elementi probatori, come nel caso di intercettazioni telefoniche. In tali ipotesi, il giudice di rinvio deve verificare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione della retrodatazione, tenendo conto dei principi elaborati dalla giurisprudenza di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 557/2010 TRIB. LIBERTA' di MESSINA, del 27/10/2010;

sentitala relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLA PIRACCINI;

Rilevato che il Procuratore Generale nella persona del Cons. Dott. Montagna chiedeva il rigetto del ricorso.

Rilevato che il difensore non e' comparso.

FATTO E DIRITTO

Il Tribunale del riesame di Messina rigettava l…

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