La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: La Commissione elettorale del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, in sede di proclamazione degli eletti, non può esercitare poteri valutativi in ordine all'eleggibilità dei candidati dopo lo svolgimento delle operazioni di voto, essendo i suoi compiti, in tale fase, limitati al mero conteggio dei voti, alla formazione della graduatoria e alla proclamazione degli eletti secondo l'ordine decrescente dei voti riportati, senza possibilità di modificare la platea dei candidati ammessi. Inoltre, la Commissione elettorale ha l'obbligo di segnalare e astenersi in caso di conflitto di interessi, anche solo potenziale, dei suoi componenti, ai sensi dell'art. 6-bis della L. n. 241/1990, essendo tale violazione idonea a inficiare la legittimità dell'intero procedimento elettorale. Ai fini dell'applicazione del divieto di terzo mandato consecutivo previsto dall'art. 3, comma 3, della L. n. 113/2017, occorre fare riferimento alla nozione di mandato in senso oggettivo, correlata alla durata legale della consiliatura, senza che possa rilevare la minore durata "soggettiva" dovuta a dimissioni anticipate del singolo consigliere.