Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30323 del 18 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:30323PEN

Massima

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L'uso di uno strumento atto ad offendere, anche se momentaneo od occasionale, integra l'aggravante della minaccia di cui all'articolo 612, comma 2, del codice penale, comportando la competenza del Tribunale e non del Giudice di pace. Ciò in quanto rientrano nel novero delle "armi improprie" ai fini dell'aggravante non solo le armi proprie, ma anche gli strumenti atti ad offendere il cui porto è vietato dalla legge, a prescindere dalla circostanza che il loro utilizzo non integri anche la contravvenzione di cui all'articolo 4 della legge n. 110 del 1975. La sussistenza dell'aggravante, che comporta la competenza del Tribunale, non dipende pertanto dalla natura dello strumento utilizzato, né dalla sua modalità di impiego, ma unicamente dal fatto che esso sia idoneo a cagionare offesa, essendo vietato il suo porto senza giustificato motivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di ANCONA;

nei confronti di:

1) RO. EL., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 11/01/2007 GIUDICE DI PACE di TOLENTINO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. DIDONE ANTONIO;

lette le conclusioni del P.G.;

lette la memoria difensiva preventiva: il 17 giugno 2008.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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