Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, nell'annullare la deliberazione del Consiglio comunale che aveva respinto l'istanza di variante al piano di lottizzazione presentata dalla società ricorrente per consentire la destinazione di un'area alla raccolta ed al trattamento di materiali da scavo, afferma che la motivazione del diniego si configura come perplessa, insufficiente e contraddittoria. Pur condividendo l'ampia discrezionalità spettante all'Amministrazione comunale in sede di approvazione e variante ai piani urbanistici attuativi, il Tribunale rileva che la motivazione del provvedimento impugnato si basa su generiche ed apodittiche affermazioni in ordine ad "evidenze di carattere paesaggistico" ed a "ragioni di carattere ambientale", senza adeguata e convincente motivazione, nonostante l'Amministrazione stessa ammetta che tali valutazioni spettano alle competenti strutture provinciali. Inoltre, il riferimento a "problematiche connesse all'eventuale presenza di polveri e rumorosità" e a non meglio precisati "problemi igienico sanitari" avrebbe dovuto essere sorretto da un adeguato supplemento istruttorio e da accertamenti tecnici, non bastando il semplice riferimento all'opposizione di una non meglio specificata "popolazione locale". Pertanto, il Tribunale, rilevando l'insufficienza e la contraddittorietà della motivazione, accoglie il ricorso e annulla la deliberazione impugnata, salvi eventuali ulteriori e migliori provvedimenti da parte dell'Amministrazione.