Ai sensi della normativa vigente, l'attività edificatoria in zone sottoposte a particolare tutela paesaggistica ed ambientale, come il verde alpino e i parchi naturali, è consentita in via eccezionale e di stretta interpretazione soltanto per la ricostruzione di edifici distrutti o danneggiati da calamità naturali o catastrofi, nel rispetto della medesima volumetria e della precedente destinazione d'uso. L'onere di provare l'esistenza di tali presupposti, ossia il legittimo preesistente stato di fatto dell'immobile e l'evento distruttivo riconducibile a una calamità naturale o catastrofe, grava sul richiedente. In mancanza di tale prova, il progetto di ricostruzione non può essere autorizzato, in quanto le norme che consentono deroghe al divieto di edificazione in tali zone tutelate vanno interpretate in modo rigoroso e restrittivo, al fine di limitare il più possibile l'attività edificatoria e non compromettere l'equilibrio tra aree libere e aree edificate.