Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34507 del 20 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:34507PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare di custodia in carcere può essere legittimamente adottato nei confronti di un soggetto indagato per reati di bancarotta fraudolenta, qualora risulti concreto e attuale il pericolo di reiterazione della condotta criminosa, desumibile dalla circostanza che l'indagato continui a svolgere attività di gestione e amministrazione di nuove società commerciali, nonostante il pregresso fallimento della sua impresa individuale. Il giudice è tenuto a motivare in modo specifico e analitico l'attualità del pericolo di recidiva, senza che sia sufficiente una mera enunciazione formale, dovendo altresì valutare l'eventuale decorso di un notevole lasso di tempo tra i fatti contestati e il provvedimento cautelare. Tuttavia, il mancato accoglimento di una specifica censura mossa in sede di riesame non comporta necessariamente un vizio di motivazione, qualora il giudice abbia comunque dedicato un'accurata e attenta disamina alla questione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E. - Rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/03/2018 del Tribunale di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale di Bologna, adito ai sensi dell'articolo 309 c.p.p.…

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