Il criterio di determinazione del valore delle aree da monetizzare nell'ambito di un piano urbanistico attuativo deve tener conto dell'incremento di valore derivante dalla trasformazione edilizia delle stesse, in applicazione del principio del "prezzo di trasformazione", e non può essere limitato al solo valore di esproprio. Ciò in quanto la facoltà di cedere aree esterne al lotto di intervento, in luogo di quelle interne, mira a garantire l'equivalenza economica tra cessione e monetizzazione, sicché i criteri di stima non possono prescindere dalla considerazione della plusvalenza derivante dalla trasformazione urbanistica. Pertanto, l'Amministrazione non è tenuta a utilizzare il criterio sintetico-comparativo per la valutazione delle aree destinate a standard urbanistici, in quanto tali aree concorrono, insieme alle altre del lotto, alla determinazione della cubatura di progetto e del conseguente incremento di valore. Inoltre, l'obbligo di cessione delle aree a standard non deriva da un "errore" del pianificatore, ma dalle caratteristiche dell'intervento proposto, sicché non può derivare alcuna differenza sostanziale tra reperimento di aree a standard intra ovvero extra area d'intervento ai fini della loro monetizzazione. In definitiva, il valore da attribuire alle aree da monetizzare deve essere determinato sulla base del "prezzo di trasformazione", tenendo conto dell'incremento di valore derivante dalla realizzazione dell'intervento edilizio, a prescindere dalla loro collocazione all'interno o all'esterno del lotto oggetto di pianificazione attuativa.