Il provvedimento di sdemanializzazione di un'area demaniale marittima ai sensi dell'art. 35 del Codice della Navigazione presuppone l'accertamento della perdita delle caratteristiche morfologiche e funzionali della demanialità, valutata discrezionalmente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in ordine all'utilità del bene per i pubblici usi del mare e dall'Agenzia del Demanio in relazione alla futura assunzione in carico del bene divenuto patrimoniale. Ai fini di tale valutazione, occorre considerare se l'area sia normalmente coperta dalle mareggiate o, pur non essendo sottoposta a mareggiate ordinarie, sia stata in antico sommersa e sia tuttora utilizzabile, anche solo allo stato potenziale, per usi marittimi, quali accesso al mare, pesca da terra, approdo e tirata in secco di natanti, nonché operazioni di balneazione ed attività connesse. Inoltre, la sdemanializzazione non deve determinare l'irregolarità della dividente demaniale, interrompendone la sostanziale regolarità. Tuttavia, l'omissione della comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza di sdemanializzazione, ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990, determina l'illegittimità del provvedimento finale di rigetto, in quanto preclude alla parte interessata la partecipazione al procedimento e la facoltà di presentare controdeduzioni, trattandosi di un vizio non sanabile ex art. 21-octies, comma 2, della medesima legge, data l'accentuata discrezionalità che connota i provvedimenti di sdemanializzazione.