Cassazione penale Sez. II sentenza n. 4138 del 31 gennaio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:4138PEN

Massima

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Il possesso di somme di denaro accreditate su carte Postepay, provenienti da reato di truffa informatica commesso da terzi, integra il reato di ricettazione, in assenza di giustificazioni da parte dell'imputato circa la legittimità di tali accreditamenti. Ciò anche quando il reato presupposto sia l'accesso abusivo a sistema informatico, autonomo e concorrente rispetto alla frode informatica, in quanto perfezionatosi prima della condotta contestata. L'onere di provare il concorso nel reato presupposto grava sull'imputato, non essendo sufficiente il mero accreditamento delle somme fraudolentemente sottratte alle vittime per configurare la fattispecie di frode informatica. La mancata indicazione degli atti specificamente affetti da vizio di inutilizzabilità e la mancata dimostrazione della decisività di tale vizio ai fini della decisione impugnata rendono inammissibile il relativo motivo di ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirel - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. PARDO Ignaz - Consigliere

Dott. PACILLI G. - Consigliere

Dott. SGADARI - est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/04/2018 della Corte di Appello di L'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso riportandosi ai motivi di ricorso e chiedendone l'accoglimento.<…

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