Le guardie volontarie delle associazioni venatorie e di protezione ambientale, pur essendo investite di poteri di vigilanza sull'applicazione della legge sulla caccia, non rivestono la qualifica di agenti o ufficiali di polizia giudiziaria, con la conseguenza che non è loro consentito procedere al sequestro di armi, fauna selvatica e mezzi di caccia, potere che spetta esclusivamente agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria. Tale principio trova fondamento nella disciplina speciale di cui alla legge n. 157 del 1992, la quale, in deroga alla normativa generale del codice di procedura penale, non attribuisce alle suddette guardie volontarie la qualifica di agenti o ufficiali di polizia giudiziaria, limitandone i poteri al mero accertamento delle violazioni e alla redazione di verbali da trasmettere all'autorità competente. La Corte di Cassazione, con un orientamento giurisprudenziale consolidato, ha ribadito che la legge n. 157 del 1992 contiene disposizioni specifiche e successive rispetto alla disciplina generale del codice di procedura penale, le quali circoscrivono e delimitano i poteri delle guardie volontarie delle associazioni venatorie e di protezione ambientale, negando loro la qualifica di agenti o ufficiali di polizia giudiziaria e, di conseguenza, il potere di procedere a sequestri probatori.