Cassazione penale Sez. I sentenza n. 31223 del 29 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:31223PEN

Massima

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Il dolo nel delitto di tentato omicidio si configura quando l'agente abbia la rappresentazione e la volontà di porre in essere una condotta idonea a cagionare la morte della vittima, anche se l'evento non si verifica per cause indipendenti dalla sua volontà. L'idoneità dell'azione, valutata ex post sulla base delle condizioni umanamente prevedibili, assume valore determinante per l'accertamento dell'animus necandi, che può essere desunto da elementi esterni, come la natura dell'arma utilizzata, la parte del corpo colpita, la reiterazione e l'intensità dei colpi. L'attenuante della provocazione richiede uno stato d'ira determinato da un fatto ingiusto altrui, con un nesso di causalità psicologica tra l'offesa e la reazione, a prescindere dalla proporzionalità tra le stesse; tuttavia, tale attenuante può essere esclusa quando il movente dell'aggressione è espressione di una cultura ancestrale e l'agente ha sollecitato l'intervento della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) LO. PL. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 19/02/2009 della CORTE APPELLO di CATANIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CASSANO Margherita;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MONTAGNA A. che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. CHILLE' D. che ha chiesto l'accoglimen…

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