Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3867 del 26 gennaio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:3867PEN

Massima

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Il reato di ingiuria, pur essendo stato ascritto all'imputato nella sentenza impugnata, deve essere dichiarato estinto per sopravvenuta abolitio criminis, in quanto il relativo fatto non è più previsto dalla legge come reato, in applicazione del principio di retroattività della legge penale più favorevole. Ciò indipendentemente dall'ammissibilità o meno del ricorso, al fine di evitare un inutile prolungamento del processo in contrasto con il principio di ragionevole durata. Quanto al reato di minaccia grave, la sentenza di merito ha adeguatamente motivato sulla sussistenza dei relativi presupposti, in particolare sulla gravità delle espressioni intimidatorie utilizzate dall'imputato, che integrano il delitto contestato, per il quale risulta essere stata proposta querela. Pertanto, la Corte di Cassazione, pur annullando senza rinvio la sentenza limitatamente all'ingiuria, dichiara inammissibile il ricorso nel resto, rinviando gli atti ad altra sezione della Corte d'Appello per la sola rideterminazione della pena, essendo il delitto di ingiuria stato considerato più grave dai giudici di merito nella determinazione della pena finale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/10/2015 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/10/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. EDUARDO DE GREGORIO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. FRANCESCO SALZANO.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello di Palermo, ha confermato la sentenza di …

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