Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 26368 del 25 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:26368PEN

Massima

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Il comportamento di chi, pur essendo trovato in possesso di sostanza stupefacente, non collabora spontaneamente con le autorità fornendo informazioni utili al rinvenimento di ulteriore droga, non integra i presupposti per l'applicazione dell'attenuante prevista dall'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990, in quanto tale condotta non può essere considerata come una collaborazione attiva e concreta finalizzata al disvelamento della reale portata del reato. Infatti, il mero fatto di essere stati trovati in possesso di stupefacenti e di aver ammesso tale detenzione, non è sufficiente a integrare i requisiti richiesti dalla norma per l'applicazione dell'attenuante, essendo necessario un comportamento ulteriore e più incisivo di collaborazione con l'autorità giudiziaria. La valutazione in ordine alla sussistenza o meno dei presupposti per l'applicazione dell'attenuante rientra nell'ambito del giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o priva di adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMPANATO Graziana - Presidente

Dott. BRUSCO Carlo Giusep - Consigliere

Dott. LICARI Carlo - Consigliere

Dott. ROMIS Vincenzo - Consigliere

Dott. MARESCA Mariastefani - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. AL. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 15/06/2004 CORTE APPELLO di GENOVA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. BRUSCO CARLO GIUSEPPE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Iannelli Mario che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. Stagnaro Giovanni che ha c…

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