Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28685 del 3 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28685PEN

Massima

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Il legittimo esercizio del diritto di critica, anche se espresso con toni polemici, non integra il reato di diffamazione quando le espressioni utilizzate siano oggettivamente riferite allo svolgimento della vita associativa e non si risolvano in una gratuita denigrazione della persona del soggetto passivo. Il contesto in cui la condotta si colloca, in particolare all'interno di un'associazione privata, deve essere valutato ai fini di accertare la stretta riferibilità delle espressioni potenzialmente diffamatorie al comportamento del soggetto passivo oggetto di critica, senza che ciò possa comunque scriminare l'uso di espressioni che si risolvano nella denigrazione della persona in quanto tale, atteso che l'efficacia scriminante dell'esercizio del diritto di critica è soggetta al limite della continenza del linguaggio utilizzato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto dal difensore di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 18/10/2011 di Torino;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza;

udito per la parte civile l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo il rig…

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