Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33781 del 30 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:33781PEN

Massima

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Il delitto di ingiuria ad inferiore di cui all'art. 196 c.p.m.p., comma 2, è un reato a dolo generico che si realizza quando l'agente, consapevolmente e volontariamente, rivolge al militare di grado inferiore espressioni lesive del suo decoro e onore, senza che sia necessaria la specifica volontà di offendere o umiliare. Il contesto confidenziale e cameratesco della conversazione, nonché l'eventuale provocazione da parte della persona offesa, non escludono la responsabilità dell'imputato, in quanto tali circostanze non giustificano l'uso di locuzioni oggettivamente lesive e denigratorie nei confronti del sottoposto, in violazione dei principi che devono regolare i rapporti gerarchici in ambito militare. L'applicabilità della causa di non punibilità prevista dall'art. 228 c.p.m.p., comma 2, è limitata ai soli casi di ingiuria non inerente al servizio e alla disciplina militari, situazione che non ricorre nella fattispecie in esame. Pertanto, la pronuncia di espressioni offensive e volgari da parte del superiore gerarchico nei confronti dell'inferiore integra il delitto di ingiuria ad inferiore, a prescindere dai motivi e dalle finalità individuali perseguite dall'agente, essendo sufficiente la cosciente volontà di pronunciare tali locuzioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera Maria S. - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 17/2013 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del 08/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MONICA BONI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FLAMINI Luigi Maria che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso per carenza di interesse;

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