Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10898 del 19 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:10898PEN

Massima

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La confisca dei beni prevista nell'ambito del procedimento di prevenzione nei confronti della persona indiziata di appartenenza ad associazione di tipo mafioso non ha carattere sanzionatorio di natura penale né costituisce una misura di prevenzione, ma rientra in un "tertium genus" di sanzione amministrativa equiparabile alla misura di sicurezza di cui all'art. 240, comma 2, c.p. Pertanto, una volta accertati i presupposti di pericolosità qualificata del soggetto e l'indimostrata legittima provenienza dei beni confiscati, il provvedimento di confisca non viene meno per effetto del decesso del proposto intervenuto prima della definitività del procedimento di prevenzione, potendo essere eseguito nei confronti degli eredi o aventi causa. Il difensore del proposto deceduto, pertanto, è privo di legittimazione per impugnare il provvedimento di confisca, essendo questa semmai ravvisabile solo in capo agli eredi o aventi causa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio Felic - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesc - rel. Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 185/2003 CORTE APPELLO di BARI, del 10/11/2005;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott FRANCESCO PAOLO GRAMENDOLA;

lette le conclusioni del PG Dott. GIALANELLA Antonio, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA IN FATTO E IN DIRITTO

Con il decreto indicato in epigrafe la Corte di Appello di Bari rigettava l'appello proposto da Sa. Vi. contro il decreto in …

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