Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2635 del 22 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:2635PEN

Massima

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Il possesso o la fabbricazione di un documento di identità falso, anche se non immediatamente utilizzato, integra il reato di cui all'art. 497-bis c.p., indipendentemente dalla successiva presentazione dello stesso all'autorità. La dichiarazione di possedere un documento intestato ad altra persona equivale a declinare le proprie generalità in conformità alle indicazioni in esso contenute, configurando il reato di cui all'art. 495 c.p. (falsa attestazione a pubblico ufficiale sulla propria identità). Il concorso nel reato di porto in luogo pubblico di arma da parte di un concorrente può essere ritenuto provato sulla base di elementi indiziari, quali la conoscenza della presenza dell'arma e l'assenza di sorpresa al momento del fatto. La determinazione della pena, inclusi gli aumenti per la recidiva e il mancato riconoscimento di attenuanti generiche, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, sindacabile in cassazione solo in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/11/2016 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere LUCIANO IMPERIALI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. MURA ANTONIO che conclude per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con sentenza del 22/3/2017 la Corte di Appello di Bologna ha confermato il giudizio di penale respo…

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