Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10158 del 14 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:10158PEN

Massima

La minaccia di morte, anche se pronunciata in un contesto di esasperata animosità tra le parti, integra il reato di minacce qualora risulti idonea, per il suo contenuto e le circostanze in cui è stata proferita, a suscitare nel destinatario un fondato timore per la propria incolumità. Il giudizio di attendibilità della persona offesa e delle testimonianze a sostegno, nonché la valutazione dell'attitudine intimidatoria dell'espressione utilizzata, rientrano nell'ambito del merito, sottratto al sindacato di legittimità ove sorretti da motivazione congrua e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto il 18.7.2010 da:

Avv. Difrancescantonio Angelo, difensore di DI. FI. Vi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del Tribunale di Pescara del 4 maggio 2009;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. BRUNO Paolo Antonio.

Udite le conclusioni del P.G. in persona del Sostituto Dr. Izzo Gioacchino, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con la sentenza indicata in epigrafe, il Tribu…

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