Il mancato rispetto dell'obbligo di comunicazione di avvio del procedimento, previsto dall'art. 7 della legge n. 241/1990 e dall'art. 4, comma 1, del D.M. n. 495/1994, determina l'illegittimità del provvedimento di annullamento adottato dalla Soprintendenza, in quanto tale formalità procedimentale è finalizzata a garantire il diritto di partecipazione del destinatario dell'atto, il quale deve essere messo in condizione di presentare documenti e memorie illustrative a tutela dei propri interessi. Tale violazione non può essere superata dalla mera trasmissione dell'autorizzazione comunale alla Soprintendenza, atteso che da tale comunicazione non emerge in modo chiaro ed inequivocabile l'avvio del procedimento di annullamento e la possibilità per il privato di esercitare il proprio diritto di partecipazione. Pertanto, l'omessa comunicazione di avvio del procedimento, prevista a pena di invalidità, comporta l'annullamento del provvedimento finale, salvo che l'amministrazione non dimostri l'irrilevanza della violazione ai fini della determinazione del contenuto dispositivo dell'atto impugnato.