Consiglio di Stato sentenza n. 5408 del 2018

ECLI:IT:CDS:2018:5408SENT

Massima

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Il rilascio di una concessione edilizia sulla base di una falsa o erronea rappresentazione della realtà materiale da parte del privato istante legittima l'esercizio del potere di autotutela da parte dell'amministrazione comunale, senza che sia necessario esternare specifiche ragioni di pubblico interesse, in quanto tale interesse deve ritenersi sussistente in re ipsa. Infatti, l'annullamento del titolo edilizio ottenuto in modo illegittimo rappresenta un doveroso ripristino della legalità, che prevale sull'interesse del privato al mantenimento di opere già realizzate, anche quando sia trascorso un considerevole lasso di tempo dal rilascio della concessione e vi sia stata una parziale esecuzione dei lavori. L'amministrazione non è tenuta a motivare in modo analitico le ragioni di pubblico interesse che giustificano l'esercizio del potere di autotutela, essendo sufficiente che emerga la falsa o erronea rappresentazione dei fatti posta a base della domanda di concessione, accertata anche in sede giudiziaria. Inoltre, la destinazione urbanistica dell'area di sedime dell'immobile, astrattamente compatibile con la realizzazione dell'opera, non costituisce un elemento ostativo all'annullamento del titolo edilizio, in quanto l'interesse pubblico al ripristino della legalità prevale comunque sull'interesse del privato, senza che sia necessario un'analitica motivazione in tal senso. Infine, la disciplina di cui all'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, relativa ai limiti temporali per l'esercizio del potere di autotutela, non trova applicazione ratione temporis quando il provvedimento di annullamento sia stato adottato prima della sua entrata in vigore, essendo comunque legittimo l'esercizio sine die di tale potere in presenza di una concessione edilizia ottenuta mediante falsa rappresentazione della realtà.

Sentenza completa

Pubblicato il 14/09/2018

N. 05408/2018REG.PROV.COLL.

N. 09868/2009 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso in appello numero di registro generale 9868 del 2009, proposto dal signor
Fernando Frongillo, rappresentato e difeso dall'avvocato Luca Coletta, con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Giovanni Di Gioia in Roma, piazza Mazzini, 27;

contro

Comune di Calvi, non costituito in giudizio;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania, sede di Napoli, sezione sesta, n. 12322 del 1° ottobre 2008, resa tra le parti, concernente l’annullamento di una concessione edilizia.

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

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