Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26315 del 8 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:26315PEN

Massima

Massima ufficiale
La condotta di chi esalta un fatto di reato al fine di spronare altri all'imitazione integra il delitto di istigazione a delinquere quando, per il suo contenuto intrinseco, per la condizione personale dell'autore e per le circostanze di fatto in cui si esplica, sia effettivamente idonea a determinare il rischio concreto della commissione di altri reati lesivi di interessi omologhi a quelli offesi dal crimine esaltato. (Nella specie, è stata ravvisata la sussistenza del delitto nella condotta dell'agente che, sfruttando la propria posizione di "Imam" di un centro di accoglienza per richiedenti asilo, invitava gli ospiti ad azioni violente, esaltava gli attentati terroristici già avvenuti e il martirio suicidario e minacciava di morte chi mostrava di non aderire all'attività di istigazione).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. BORSELLINO Maria D. - Consigliere

Dott. PACILLI G.A.R. - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1 della Corte d'Assise d'Appello di Campobasso del 4.4.2017;
Visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
Udita nella pubblica udienza del 29.3.2018 la relazione fatta dal Consigliere Giuseppina Anna Rosaria Pacilli;
Udito il Sostituto Procuratore Generale in persona di Giulio Romano, che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso;
Udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ric…

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