Il provvedimento di assoggettamento di un progetto di rinnovo e ampliamento di una cava alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA) ai sensi dell'art. 19 del d.lgs. n. 152/2006 è legittimo e conforme al principio di tutela dell'ambiente e del paesaggio, in quanto l'attività estrattiva, anche se già autorizzata, comporta un incremento significativo dell'area di coltivazione che può determinare un impatto ambientale rilevante, tale da giustificare l'espletamento della procedura di VIA. Ciò anche in considerazione del fatto che la normativa di settore prevede l'obbligo di sottoporre a VIA i progetti di ampliamento di cave esistenti che comportino un incremento superiore al 25% della superficie di coltivazione autorizzata. Pertanto, il giudice amministrativo, nel valutare la legittimità del provvedimento di assoggettamento alla VIA, deve verificare la sussistenza dei presupposti normativi per l'applicazione di tale procedura, senza poter sindacare nel merito le valutazioni tecniche compiute dall'amministrazione competente, le quali rientrano nella sua discrezionalità tecnica. Inoltre, la sopravvenuta adozione di provvedimenti favorevoli all'esecuzione del progetto di ampliamento, successivi all'impugnazione del provvedimento di assoggettamento alla VIA, comporta la declaratoria di improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, in quanto il ricorrente ha già ottenuto il risultato sperato attraverso l'esito positivo della procedura di VIA.