Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente è legittimo anche in assenza di un nesso di causalità diretto tra il reato contestato e i beni sottoposti a sequestro, purché sussista il fumus del reato e l'accertamento di un'effettiva evasione fiscale di rilevante entità. Il giudice può disporre il sequestro preventivo di beni nella disponibilità dell'indagato, anche se non direttamente connessi al reato, quando vi siano elementi sufficienti per ritenere che il valore di tali beni corrisponda all'ammontare delle imposte evase, al fine di assicurare l'esecuzione della confisca per equivalente. La mancata impugnazione del precedente sequestro probatorio non consente di eccepire l'illegittimità della perquisizione che ha condotto al suo esecuzione in sede di riesame del successivo sequestro preventivo, essendo necessario proporre specifico gravame avverso il primo provvedimento. Il giudice del riesame, pertanto, non è tenuto a valutare la legittimità della perquisizione e del sequestro probatorio, già divenuti definitivi per mancata impugnazione, ma deve limitarsi a verificare la sussistenza dei presupposti per l'adozione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente.