Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18798 del 2 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:18798PEN

Massima

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Il diritto di cronaca e di critica giornalistica, pur ampiamente riconosciuto, non può essere esercitato in modo assoluto e incondizionato, dovendo necessariamente rispettare i limiti della verità oggettiva dei fatti riportati e della continenza espressiva. Pertanto, l'articolo di stampa che, pur senza attacchi gratuiti alla sfera personale del soggetto pubblico, riferisca come certo un fatto non riscontrato dalle fonti informative e documentali a disposizione dell'autore, integra il reato di diffamazione a mezzo stampa. Ciò in quanto l'attribuzione di una condotta non veritiera, anche se non accompagnata da espressioni offensive, lede comunque la reputazione della persona offesa, non potendo essere giustificata né dal diritto di cronaca, né dal diritto di critica. La revoca della rinuncia alla prescrizione, intervenuta dopo la pronuncia della sentenza di condanna, non è ammissibile, in quanto la rinuncia aveva già prodotto i suoi effetti, essendo stata valorizzata dal giudice ai fini della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 1/4/2016 della Corte d'Appello di Potenza;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. LIGNOLA Ferdinando, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio perche' il fatto non costituisce reato.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello…

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